Il paradosso della dieta (come una dieta può “fare ingrassare”)
Frequentando da Personal Trainer le palestre mi capita quasi quotidianamente di imbattermi in persone che sono a dieta “ferrea” non solo per smaltire l’abbuffata Pasuale ma perché cercano di limitare i danni in vista dell’arrivo dell’ estate e della temuta “prova costume”; sento quindi parlare di enormi sacrifici per mettere a tacere la fame e dei rimedi più astrusi pur di vedere scendere la lancetta della “maledetta” bilancia; la cosa che però mi inquieta maggiormente ( provando a mettere da parte l’ansia che mi prende sapendo i danni che costoro stanno facendo alla propria salute) è il fatto che sono queste stesse persone a dire che non vedono risultati e che comunque questi non sono proporzionali allo sforzo fatto. Ultima annotazione è che è facile vedere queste persone a distanza di pochi mesi dalla fine della loro dieta più grasse di quando hanno incominciato. Come è possibile una cosa del genere? Le diete dimagranti non sono fatte per dimagrire ( avere cioè meno massa grassa o tessuto adiposo che dir si voglia) ? La spiegazione sta in quello che viene definito il “PARADOSSO DELLA DIETA”. Il “paradosso della dieta” è il fenomeno per il quale una persona che si sottopone ad un trattamento dietetico 1 perde peso ( ricordo a tutti fino alla nausea che perdere peso non è = a dimagrire), 2 al termine della dieta lo riacquista con una quota aggiuntiva di massa grassa, 3 ciò la induce a rimettersi a dieta con reiterazione ed aggravamento dell’eccesso ponderale. Al termine di ogni dieta la persona acquista una sempre maggiore quantità di massa grassa a discapito di quella magra.
Ma perché questo avviene? Quasi ogni volta che ci si sottopone ad una dieta dimagrante le calorie somministrate durante il giorno sono volutamente minori rispetto a quelle necessarie al nostro organismo e questo non fa altro che comportare una riduzione del “metabolismo basale”. Il metabolismo basale (Basal Metabolic Rate –BMR- ) è la quantità di energia consumata da una persona nelle 24 ore per l’espletamento delle funzioni vitali ( respirazione, battito cardiaco, funzionalità degli organi senza fare nient’altro, nemmeno mangiare). La dieta ipocalorica ( letteralmente poche calorie) induce l’organismo a ridurre i suoi consumi e rallentare il funzionamento di tutte queste funzioni ( non tutti sanno che circa il 95% delle persone anoressiche muore per arresto cardiaco; il corpo cioè dopo aver rallentato il funzionamento di tutte le funzioni vitali prima di spegnere il cervello, stacca il cuore, affinchè le calorie introdotte, seppure basse, siano sufficienti a soddisfare i fabbisogni energetici richiesti dal corpo durante tutto il giorno, attività lavorativa e sportiva compresa). Da un punto di vista biologico questa altro non è che una reazione di difesa finalizzata alla sopravvivenza: l’organismo interpreta il ridotto introito di cibo come un rischio per la sopravvivenza e reagisce riducendo il dispendio energetico rallentando la sua attività e le sue funzioni vitali. E’ facile sentirsi dire da una persona a dieta da molto tempo che è stanca, ha sonno, freddo, difficoltà a concentrarsi, cali di vista, etc etc. Spesso poi una dieta altamente restrittiva e che comunque comporta dei sacrifici e delle rinunce non può essere seguita per molto tempo nonostante le migliori intenzioni ,avendo come conseguenza l’instaurarsi di un comportamento dicotomico per il quale: “sono a dieta: non mangio”, “ho terminato la dieta: posso mangiare tutto ciò che voglio”, a maggior ragione se la lancetta è scesa ( senza sapere cosa si sia perso: grasso,acqua, muscolo, massa cellulare). Come personal trainer posso sicuramente dire che le diete ipocaloriche (soprattutto se ripetute nel corso degli anni) fanno ingrassare.
PS: il fatto di pesare anche 5 o 10 kg in meno alla fine di una dieta non vuol dire essere PIU’ MAGRI. ( meglio pesare 100 kg con un 15% di massa grassa, che 90 kg con il 21% di massa grassa).